giovedì 28 giugno 2012

Connessioni

Oggi vorrei parlare un po' del presunto nuovo connettore dock del presunto nuovo iPhone (che, visto il numero elevato di indizi, potrebbe essere qualcosa più che solo "presunto"...).

In passato ho espresso perplessità sul fatto che Apple potesse cambiare qualcosa che ha contribuito a fare la fortuna dei propri iDevice: il connettore dock esiste dal primo iPod e, grazie al fatto di non aver subito variazioni per oltre 10 anni, ha fatto si che venissero creati accessori di ogni tipo e possibilità di connessione un po' ovunque: kit per auto, sostegni per l'utilizzo con GPS, impianti HiFi, porte ethernet per applicazioni particolari (Cisco), adattatori di ogni tipo prodotti dalla stessa Apple (come il Camera Connection Kit o l'adattatore HDMI), ecc... ecc... ecc...

E' inevitabile che qualsiasi cambiamento a questa porta diventata ormai "universale" può generare problemi di compatibilità, ma è anche impensabile che (in una continua corsa alla miniaturizzazione e ai prodotti sempre più sottili) questo connettore rimanga indefinitamente con quella forma. Se ci aggiungiamo la normativa europea che vuole una porta micro USB per la ricarica dei cellulari (normativa volta a ridurre gli sprechi standardizzando un prodotto tanto comune come il caricabatterie) e che Apple al momento ha più o meno aggirato introducendo un adattatore Dock per la porta micro USB, ecco che il cambiamento diventa sempre più plausibile.

Un cambiamento di questo tipo presuppone però che Apple abbia pensato ad un sistema che possa assicurare la retrocompatibilità col vecchio connettore almeno per qualche anno (sicuramente finché resteranno in vendita l'iPhone 3GS, l'iPhone 4 e il 4S, l'iPad 2 e il nuovo iPad) ma ecco che un altro dettaglio ci viene in aiuto: con l'iPhone 5 pare che Apple voglia spostare il jack delle cuffie sulla parte inferiore (come del resto è sempre stato per l'iPod Touch) e questa soluzione potrebbe non essere casuale... Attualmente la porta dock porta dati, alimentazione, segnale audio e segnale video; se il nuovo connettore dock (presumibilmente una micro USB o qualcosa di simile che sia compatibile con tale porta) dovesse portare solo alimentazione e dati, Apple potrebbe realizzare un adattatore largo quanto l'iPhone che, con un doppio spinotto, si collega sia al nuovo connettore che al jack, rendendo disponibile su un connettore dock "tradizionale" tutti quei segnali presenti ora.

Non è che l'idea mi entusiasmi ma, dando per scontato che prima o poi un passaggio ci dovrà essere (il connettore dock attuale ha ormai 11 anni di storia ed era nato con dispositivi di dimensione e spessore completamente differenti), questa soluzione potrebbe salvare capra e cavoli... anche perché un doppio aggancio di questo tipo lo renderebbe più solido di una semplice porta micro USB che finora, sui telefoni dove l'ho vista e usata, non è che mi abbia fatto una buona impressione a livello di solidità. Inoltre consentirebbe di dotare gli iDevice di una porta USB standard: probabilmente per gli usi previsti da Apple non cambierà nulla, ma scommetto che il mondo del JailBreak troverà il modo di farci più cose.

martedì 26 giugno 2012

Un sistema "vero"

La presentazione dei tablet Surface ha scatenato i pareri più discordanti: c'è chi ha deriso Microsoft per via dell'intoppo che ha visto il dispositivo bloccarsi inesorabilmente (dimenticando che anche ad Apple non è sempre andato tutto liscio) e chi ha decantato l'arrivo del primo vero tablet con un "sistema operativo vero"... ed è proprio di questo pensiero che vorrei parlare oggi.

Forse queste persone che acclamano l'arrivo di un "sistema operativo vero" su un tablet, si dimenticano che Windows XP fu lanciato in versione tablet ben 10 anni fa. Come mai non ha avuto successo? Forse perché "un sistema operativo vero" è l'ideale per un "computer vero" ma non per un tablet, che a mio avviso è una cosa diversa da un computer...

Certo, 10 anni fa le cose erano diverse, non c'era l'hardware di oggi (leggero, sottile, e con bassi consumi) e anche Windows 8 ha le dovute differenze rispetto a XP, tra cui l'interfaccia Metro che sembra fatta apposta per i tablet. Ma se la differenza rispetto al passato la deve fare Metro, allora vuol dire che il "sistema operativo vero" ha un importanza relativa per questo tipo di dispositivi, e se la differenza la deve fare il "sistema operativo vero" non di capisce perché non l'abbia fatta negli ultimi 10 anni, nemmeno quando Microsoft e HP presentarono lo Slate a inizio 2010, poco prima dell'evento Apple che annunciò la nascita dell'iPad.

Microsoft rischia di fare un pasticcio, con un unico sistema operativo che si presenta con tre varianti parzialmente incompatibili: le applicazioni Desktop non gireranno in Metro (e viceversa) e anche le applicazioni ARM dovranno essere "dedicate". Le critiche a Windows 8 non sono mancate né da giornalisti tradizionalmente "vicini" a Redmond, come Dvorak, né da partner quali Asus. Certo, anche Apple ha applicazioni ben distinte, ma l'approccio di Apple è proprio quello di avere sistemi dedicati e applicazioni dedicate (e quindi ottimizzate) per ogni dispositivo... Microsoft invece punta proprio all'opposto, cioè ad avere un sistema universale, che per forza di cose non potrà essere adatto al 100% a nessun dispositivo, e la compatibilità forzata ma non assoluta gli si potrebbe ritorcere contro: non ha molto senso usare su un monitor da 22" un software pensato per un'interfaccia da tablet da 7" o 10"... e voglio vedere le contorsioni touch di chi cercherà di premere, sullo schermo ridotto di un tablet, pulsanti e menù pensati per un monitor da scrivania.

Tra l'altro non comprendo nemmeno chi trova così tanto geniale l'idea della cover con tastiera e touchpad integrati: a quel punto, visti anche i prezzi che non si preannunciano tra i più economici, se devo prendere un dispositivo con un "sistema operativo vero" e una tastiera pressoché integrata, tanto vale rivolgersi ad un ultrabook... a mio avviso, il tablet deve fare i tablet, e il computer deve fare il computer. 

Nonostante tutto ciò, sono quasi sicuro che Windows 8 riuscirà ad avere un discreto successo, quantomeno per l'inerzia derivante del mondo PC: se uno smartphone o un tablet sono oggetti più "di consumo" per i quali non è impossibile vedere dei cambi repentini nelle scelte degli utenti, nel mondo PC c'è un'inerzia ben più elevata... basti pensare alla diffusione che ha ancora oggi Windows XP e a tutti quei software professionali disponibili solo per Windows... software che difficilmente si useranno agevolmente su di un tablet, ma che in molti si ostineranno a volerci provare...

domenica 24 giugno 2012

Sempre più iPad

Questa settimana non ho postato nulla.
...e si che di cose da dire ce ne sarebbero tante, con le prime recensioni dei MacBook Pro Retina, la presentazione, con tanto di imprevisti, dei tablet marchiati Microsoft (a voler essere malizioni si potrebbe quasi pensare che ha dovuto farli lei perché altrimenti non li avrebbe fatti nessun'altro), gli ultimi strascichi della WWDC, con i premi alle applicazioni migliori, la consueta ventata di indiscrezioni sul prossimo iPhone, ecc... ecc...

Al di là della cronica mancanza di tempo (resa ancora più cronica dal momento particolare che sto vivendo in queste settimane e chesi trascinerà anche per i mesi a venire) non ho postato nulla perché questa settimana non ho mai acceso il computer, se non per scopi di lavoro: anche in questo momento sto utilizzando l'iPad.

La disponibilità di una rete WiFi mi offre la possibilità di utilizzare il tablet della mela per soddisfare quasi completamente le mie necessità extra-lavorative: telefono a casa (nello specifico utilizzando FaceTime), controllo la posta (personale e lavorativa), navigo in rete, leggo le news quotidiane, mi rilasso con qualche gioco, scarico e sfoglio manuali e cataloghi, leggo libri, sistemo qualche foto, pubblico questo post sul blog, ecc... ecc...

Come ho già avuto modo di osservare in altre occasioni, un utilizzo così intensivo mette in luce anche i difetti di iOS (che non starò a ripetere) anche se iCloud (coadiuvato da Dropbox e qualche altra App) permette di mitigarli un po'... perlomeno finché si resta nell'ecosistema Apple, altrimenti gli artifizi da mettere in atto aumentano...

Cosa voglio dire con tutto ciò? A mio avviso il potenziale dell'iPad è elevato, molto più elevato di quello che si possa immaginare senza averne uno tra le mani da utilizzare quotidianamente... e probabilmente più elevato anche dei futuri tablet con Windows 8 (che, salvo mosse autodistruttive di Microsoft) inevitabilmente avranno un buon successo per via della loro assonanza con il sistema operativo che il 90% delle persone si troverà ad avere sul PC... Se però iOS6 limasse alcuni dei limiti dell'iOS attuale, l'iPad potrebbe fare ancora meglio, ed è proprio su iOS6 che vorrei puntare l'attenzione per il futuro, più che sull'evoluzione del display dell'iPhone o il possibile lancio di un iPad nano e una TV-Apple.

Non resta che attendere, e nel frattempo, chi a un iPad, se lo goda e cerchi di sfruttarlo al massimo.

venerdì 15 giugno 2012

WWDC: ...e le cose che proprio non ci sono state

Visti i rumurs esagerati che hanno preceduto questa WWDC, oltre ai soliti scontenti per ciò che è stato presentato, ci sono anche i soliti scontenti per ciò che "non" è stato presentato ma magari era atteso.

-MacPro; il tower "professionale" di Apple è stato il grande presente/assente. Nessuna menzione nel corso del keynote ma un aggiornamento in sordina che ha scontentato tutti, tanto da costringere Apple a rimuovere la scritta "nuovo" dallo store, visto che di cose nuove ce n'è proprio pochine... Subito dopo Apple ha detto di aver pianificato dei nuovi modelli per il 2013, e la speraza è che non sia un annuncio fatto per calmare le acque, ma che siano davvero già stati pianificati... dopotutto le indiscrezioni che vogliono un restiling consistente circolano già da parecchio tempo (a 6 anni dall'arrivo degli Intel sono le uniche macchine che hanno ancora lo stesso design dell'era PPC), e i processori montati adesso sono tutt'altro che nuovi.

-iMac; in realtà non rientrava nei rumors, ma anche lui è in attesa di aggiornamenti da oltre un anno, contro una media che vedeva upgrade ogni 9 o 10 mesi... che si stia preparando un restiling anche per l'iMac nel 2013? Tutto sommato, a parte i materiali e qualche piccolo dettaglio, anche per l'all-in-one con la mela il design è lo stesso dell'era PPC. Senza contare che c'è sempre il superdrive da togliere...

-Mac mini; nulla da fare per i desktop... questa WWDC è stata tutta dedicata al mondo dei portatili, nonostante anche il mini sia a quasi un anno di distanza dall'ultimo update. Va comunque detto che, tra i desktop, il mini è quello più in linea con la strategia attuale di Apple: senza superdrive, è già equipaggiato con Thunderbolt, ed ha anche una porta HDMI. Per rinvigorirlo (al di là del consueto update del processore) servirebbero giusto delle USB3 e 4GB di RAM anche sul modello più piccolo... arriverà almeno questo prima del 2013?

-iLife/iWork; iLife, tutto sommato, è abbastanza recente, ma iWork è ancora alla versione '09 lanciata più di 3 anni fa, versione che (tra l'altro) non è che abbia riscosso pareri molto favorevoli, soprattutto quando si inizia a parlare di lavori di un certa dimensione e peso (a parte Keynote, le cui presentazioni sono sempre un gradino sopra il classico PowerPoint... ma forse dipende più dalle persone che lo usano).

-iPhone 5; davvero lo aspettavate adesso? Certo, le fughe di notizie sulle quali Apple ha taciuto (come se fosse troppo tardi) e l'anteprima di iOS6, qualche dubbio l'avevano insinuato... ma il fatto che Virgin Mobile USA inizierà a fornire i suoi piani per iPhone a partire dal 29 giugno, e lo farà con l'iPhone 4S, non lasciavano molte speranze... così come le tempistiche dell'accordo tra Foxconn e Sharp per la fornitura di schermi, presumibilmente per il nuovo iPhone, a partire dai mesi di luglio/settembre.

giovedì 14 giugno 2012

WWDC: le cose che non vi ho (ancora) detto...

Le novità di quest'anno sono state talmente tante che parlare di tutte in un colpo avrebbe significato fare un mero elenco senza commenti, o rischiare di impiastricciarsi in una commento troppo prolifico e confusionario. Lo scopo di questo post è quello di fare qualche commento extra o segnalare con dei brevi flash, qualche piccolo dettaglio oltre a quelli già evidenziati nell'articolo precedente.

-Airport Express: la nuova base di Apple permette ora di configurare reti WiFi dual band (cioé con velocità di trasmissione diversa per differenti dispositivi) e di configurare una rete "guest" per condividere la connessione internet con i proprio ospiti senza che questi accedano alla rete principale di casa. Inoltre, in aggiunta al modello precedente non c'è solo la porta WAN, ma anche una porta ethernet LAN (10/100). Non manca la solita USB per rendere WiFi la propria stampante, mentre lo streaming musicale avviene ora attraverso il protocollo AirPlay... ovviamente il tutto configurabile anche dal proprio dispositivo iOS. Un bell'oggettino che mi fa quasi venir voglia di comprarla nuovamente (avevo la prima versione che si è guastata dopo qualche anno di utilizzo) ma al momento sarebbe una spesa davvero inutile e poi mi sono già organizzato diversamente: magari tra un paio d'anni...

-SuperDrive: anche il SuperDrive USB è stato aggiornato, e soprattutto ne viene sottolineata la compatibilità con il nuovo MacBook Pro Retina. Credo che la strada intrapresa da Apple sia ormai chiara: il supporto ottico è destinato a sparire, non così drasticamente com'è stato per il floppy (tant'è che la stessa Apple vende un'unità esterna) ma la strada è ormai segnata: il drive ottico non è mai stato presente sugli Air, è stato rimosso dal mini, e ora è stato tolto anche dal MacBook Pro che idealmente segna l'inizio di una nuova geenrazione di portatili... oramai mancano solo iMac e MacPro che, si dice, verranno aggiornati (con restiling?) nel 2013... sparirà anche da lì?

-USB3 e Thunderbolt: il nuovo MBPR (MacBook Pro - Retina) non ha né firewire né porta ethernet, esattamente come l'Air. Chi utilizza queste porte dovrà rivolgersi ad adattatori (prodotti anche dalla stessa Apple) o a docking station (non propriamente economiche) come quelle proposte da Belkin e da Matrox. Apple si fa nuovamente propotrice dei nuovi standard (un po' come quando decise di usare solo la USB sul primo iMac) standard sicuramente interessanti ma ancora molto costosi...

-Retina: basta un gesto sul trackpad per zoomare una pagina web, ma l'avvento di risoluzioni così elevate potrebbero indurre dei cambiamenti anche sul web. Certo, i MBPR sono una minoranza nella già piccola nicchia dei Mac, ma prima o poi pannelli di questo tipo si diffonderanno anche sugli altri PC. Unico neo: la velocità necessaria per scaricare risorse grafiche di dimensione quadruplicata...

-iOS6 avrà diverse funzioni nuove ma solo l'iPhone 4S e il futuro iPhone ne potranno usufruire in toto, il nuovo iPad quasi, i modelli precedenti un po' meno (in particolare la navigazione con le nuove mappe non sarà possibile sull'iPhone 4) e l'iPhone 3GS (comunque supportato come aggiornamento di sistema) non ne supporterà nessuna...

-Mountain Lion: in arrivo un po' prima del previsto (si parlava di estate ma onestamente avrei puntato per la fine del periodo estivo) sembra più che altro un perfezionamento di Lion che meglio si integra in iCloud e permette di sincronizzarsi al meglio con i propri device iOS. Al di là del fatto che il tutto collima con la strategia già intravista quando si parlava dell'evoluzione delle interfaccie, e al di là del fatto che rende ancora più evidente l'ecosistema messo insieme da Apple, pare che tutto il futuro di Apple ruoterà intorno a iCloud, cosa che già si era capita da dichiarazioni abbastanza esplicite dei vertici della società di Cupertino. Il tutto è interessante, ma mi piace solo fino ad un certo punto: per esempio non mi piace la gestione dei documenti in iCloud, così come non mi piace in iOS... ma questo è un vecchio discorso...

mercoledì 13 giugno 2012

Apple, ora al timone c'è Cook

Dopo il breve commento postato ieri, ripropongo l'articolo pubblicato su Punto-Informatico:

[nota a margine: Apple ha rimosso la dicitura nuovo dall'aggiornamento poco aggiornato dei MacPro, "promettendo" per il 2013 un update molto più importante, probabilmente con tanto di restiling]

La WWDC di quest'anno era particolarmente sentita, non solo per il lungo elenco di novità che si attendevano (con diversi codici di nuovi prodotti attesi e svelati dalle indiscrezioni pre-evento) e nemmeno per il rinnovo della linea di Mac Pro (che dopo due anni di stasi sembrava quasi abbandonata da Apple) o per l'arrivo dei primi portatili con Retina Display. Se qualcuno sta pensando a Mountain Lion o a iOS6 (anch'esso svelato in modo più o meno maldestro da un cartellone la scorsa settimana), aggiunge altri elementi al puzzle ma non intravede ancora il disegno finale.

La WWDC di quest'anno è stata la prima manifestazione Apple ufficiale in cui Tim Cook ha preso le redini dell'azienda, situazione un po' diversa rispetto a quella in cui presentò iPhone 4S o anche il nuovo iPad, eventi di portata minore destinati alla presentazione di prodotti singoli in cui l'impronta di Jobs era sicuramente molto più evidente. Non che in tutto ciò presentato ieri manchi lo zampino di Jobs (la sua influenza probabilmente sarà più o meno visibile, forse non in tutti i prodotti, per almeno un altro paio d'anni) ma il fatto stesso di voler presentare in un colpo solo un così ampio spettro di nuovi prodotti indica, a mio avviso, la volontà di segnare un punto di svolta, una sorta di ripartenza simbolica della società di Cupertino.

Tim Cook si è ben destreggiato sul palco, lasciando i dovuti spazi ai propri collaboratori che di volta in volta hanno presentato al pubblico in sala (nonché a tutti quelli che seguivano la telecronaca via Rete) i nuovi tasselli della strategia futura di Apple, una strategia che, pur essendo sempre più focalizzata sui prodotti di maggior consumo (leggasi i vari iDevice basati su iOS), non trascura nemmeno il settore dei computer Mac, sebbene Mountain Lion strizzi sempre più l'occhio ad iOS. Di novità di cui parlare ce ne sarebbero molte, ma forse è meglio soffermarsi su qualche dettaglio che faccia meglio comprendere la direzione intrapresa da Apple e le sue strategie per il futuro.

Partiamo dal nuovo MacBook Pro con schermo Retina. Quella dello schermo ad alta densità di pixel è diventata una vera e propria mania per la casa della mela, mania che per certi versi è più che comprensibile: dal punto di vista del marketing introduce un elemento distintivo e di chiara caratterizzazione delle proprie macchine (almeno finché gli stessi display non verranno adottati anche dalla concorrenza) e dal punto di vista dell'utente, o quantomeno di certe categorie di utenti (anche potenziali), offre un nuovo standard qualitativo che, seppur non indispensabile in molti ambiti, riesce a farsi apprezzare. Al di là del display Retina in sé, non si può non notare come, in questi ultimi anni, l'offerta dei portatili Apple sia stata ampiamente rivisitata: alle due categorie consumer e pro (distinzione che nasceva dall'originaria semplificazione introdotta da Jobs al suo rientro in Apple) si è inizialmente affiancato l'ultraportatile Air, affiancamento che ha finito col rimpiazzare definitivamente il MacBook in policarbonato.

Ora l'avvento del modello Retina introduce una variante della linea Pro, linea che si semplifica perdendo un altro pezzo: il MacBook Pro da 17 pollici. Qualcuno dirà che si tratta dell'ennesimo taglio di un prodotto professionale a vantaggio di una caratteristica (il display Retina) destinata a gettare fumo negli occhi: personalmente credo che i vantaggi di un display ad alta densità di pixel siano notevoli, soprattutto per chi utilizza il portatile per elaborare foto o eseguire montaggio video, visto che avrà la possibilità di lavorare su un filmato fullHD guardandolo in una porzione di schermo a piena risoluzione, e avendo spazio sufficiente per tutti gli strumenti necessari al proprio lavoro. Ove sussista la reale necessità di lavorare su uno schermo di dimensioni maggiori, è sempre possibile collegare un monitor esterno.

Inoltre, le specifiche del MacBook Pro con Retina display non si fermano al nuovo schermo ma si spingono anche agli 8GB di RAM (espandibili a 16GB), alla memoria di archiviazione flash (fino a 768GB), alle due porte Thunderbolt da 10Gbps e alle USB 3.0 da 5Gbps: il meglio della linea Pro (come processori e comparto grafico) unito al meglio della linea Air (dimensioni, peso e memoria flash), il tutto condito da un nuovo display Retina e un'autonomia di 7 ore- Che piacciano o meno i prodotti Apple, sicuramente si tratta di una configurazione hardware interessante. Resta da chiedersi se e quando questa configurazione diventerà lo standard per tutti i portatili della Mela: prima o poi accadrà, ma manca ancora un po' di tempo.

Restando in ambito Mac, non si può mancare di accennare ai nuovi MacPro: annunciati più volte dai soliti rumors a causa del distante aggiornamento precedente (si parla dell'estate del 2010) i nuovi MacPro sono stati aggiornati un po' in sordina e si presentano nuovamente con lo stesso design dei tempi del PowerPC G5. A dispetto delle voci che volevano Apple abbandonare completamente il segmento, questo aggiornamento potrebbe rappresentare una buona risposta ma a mio avviso suona come un banco di prova finale: se conquisterà il pubblico, Apple continuerà a proporlo, ma se la risposta degli utenti sarà tiepida, questa release potrebbe essere il canto del cigno per una macchina che, nel bene e nel male, ha segnato un pezzo di storia di Apple. Il problema è che in realtà questo aggiornamento non è propriamente all'altezza delle aspettative e, nonostante la potenza di 12 core, i nuovi Mac Pro non propongono nessuna delle novità viste sulle altre macchine Apple: niente Thunderbolt, niente USB 3.0, e nemmeno grosse novità per quanto riguarda il comparto grafico. Difficile immaginare il futuro di questa linea di prodotto.

Al di là dell'hardware che tutti attendevano (non dimentichiamo che sono stati aggiornati anche tutti gli altri portatili, sia i MacBook Air che gli altri MacBook Pro), l'altro pezzo forte della manifestazione è stato il software: iOS 6 e Mountain Lion. Quello che Apple chiama "il sistema operativo mobile più avanzato al mondo" arriverà in autunno portandosi dietro la consueta lunga lista di nuove funzionalità, tra cui la tanto chiacchierata nuova versione delle mappe in 3D (completamente slegata da Google) e l'attesa italianizzazione di Siri (che sarà disponibile anche su iPad).

La novità più grossa di iOS 6 riguarda però la lista delle compatibilità: iOS6 sarà compatibile anche con l'iPhone 3GS, un telefono che seppur ancora in vendita risale al 2009. Viceversa, non sarà possibile installare la futura versione di iOS sulla prima generazione di iPad, eventualità sulla quale avevo già espresso qualche dubbio in occasione della prova del nuovo iPad. Al di là delle motivazioni tecniche e/o commerciali che stanno dietro questa scelta, va quantomeno riconosciuto che Apple intende proporre l'aggiornamento di iOS a tutti gli iDevice attualmente in listino, il che è un buon biglietto da visita per chi si appresta a comprare oggi un dispositivo di questo tipo (anche se alcune funzioni, come Siri, saranno disponibili solo per alcuni modelli).

Su Mountain Lion non si sono scoperte grosse novità: oltre a quello che già si sapeva, arriveranno le immancabili integrazioni con Twitter e Facebook (non se ne poteva fare a meno?) ma anche qualche funzione più interessante, come la possibilità di utilizzare AirPlay da Mac verso la Apple TV o verso altri accessori compatibili. Mountain Lion ruoterà intorno a iCloud e mutuerà molte funzioni e applicazioni già viste in iOS, in un processo di convergenza tra i due sistemi che è già iniziato con Lion.

A rendere interessante Mountain Lion sarà il prezzo: solo 16 Euro (15,99 per la precisione) e la possibilità di un aggiornamento gratuito per chi compra il Mac adesso, prima dell'uscita del nuovo sistema prevista per il mese di luglio. Strategicamente si tratta di una mossa ineccepibile, il metodo migliore per convincere gli utenti ad aggiornare il proprio sistema, confermando la tradizione che vede i clienti della Mela sempre più propensi ad adottare le ultime novità proposte da Apple. Sotto certi aspetti si tratta di aggiornamenti in parte forzati, ma al di là di situazioni specifiche legate alla compatibilità di determinati software professionali è la condizione migliore per guardare sempre avanti.

Riallacciandoci a quanto detto in apertura, Tim Cook ha superato a pieni voti la sua prima apparizione ad una manifestazione importante come la WWDC dimostrando con la sua personalità (diversa da quella di Jobs) di saper guidare Apple con lo stesso spirito di sempre, attento alle evoluzioni future a costo di dover andare incontro a qualche polemica sui tagli col passato (come il lettore ottico nei portatili della linea Pro). Consapevole di non essere il genio visionario che era Jobs, non esita a lasciare molto più spazio ai propri collaboratori (che poi erano gli stessi collaboratori di Jobs) riservandosi il ruolo di guida e coordinazione, e prestando la stessa attenzione ai dettagli che da sempre caratterizzano i prodotti della Mela. Guardando alla WWDC, il nuovo MacBook Pro con schermo Retina è quanto più simboleggia questi concetti, ben evidenziati nel video messo a disposizione sul sito: una nuova macchina per inaugurare una nuova era di Apple.

martedì 12 giugno 2012

Al di là di tutto...

...al di là di tutto quello che si è visto ieri sera, il nuovo MacBook Pro con display Retina è un gran bel pezzo di macchina... non c'è solo lo schermo a fare la differenza, ma è tutta la macchina a presentare specifiche tecniche di spicco, in una combinazione che unisce il meglio dell'Air (sottile, leggero, memoria tutta flash, ed elevata autonomia) con il meglio del Pro (processore quadcore, doppia scheda grafica ad alte prestazioni, display da 15") e qualche novità extra (uscita HDMI, doppia porta Thunderbold, USB3).
Non manca inoltre la canonica cura maniacale ad ogni dettaglio, per un macchina che è stata completamente riprogettata in ogni componente interno, comprese le ventole per il raffreddamento e le relative prese d'aria, dettagli in parte spiegati nel video messo online da Apple (ma che sicuramente verranno alla luce nei prossimi giorni quando inizieranno le canoniche "vivisezioni", per esempio da parte di iFixit).
Non vedo l'ora che i prezzi si abbassino e che tutte queste tecnologie diventino standard su tutta la linea...

lunedì 11 giugno 2012

iOS6 o non iOS6?

In un vortice di rumors da cui pare potrebbe essere presentato l'impossibile e anche qualcosa in più, la WWDC di stasera è attesa anche per l'annuncio di iOS6, sistema che, oltre ad introdurre le nuove mappe 3D e Siri in italiano (magari, aggiungo io, anche su iPad e iPhone 4) potrebbe portare con sé la piacevole novità di essere disponbile anche per iPhone 3GS... ma non per il primo iPad.

Fatti i dovuti computi per la potenza necessaria (il 3GS non ha il processore Apple A4 ma ha anche uno schermo con meno pixel da gestire) la logica che sta dietro questa mossa sarebbe per certi versi ineccepibile: il 3GS è un terminale ancora in vendita per cui un aggiornamento avrebbe senso (l'alternativa è che Apple ne dismetta la vendita nel corso della WWDC, per preparare la strada al prossimo iPhone e a iOS6, che arriverebbero insieme a fine estate) mentre il primo iPad è fuori dal mercato da più di un anno, da quando è stato presentato l'iPad 2: considerando che ha poca RAM (meno dell'iPhone 4, con cui condivide l'anno del lancio) e che comunque è già passato per tre release di iOS (una versione 3 pensata ad-hoc per il primo modello, la versione 4, e l'attuale iOS5) quest'ipotesi non è poi così remota, tant'è che io stesso avevo sollevato dubbi in merito a quest'eventualità in occasione del test del nuovo iPad.

giovedì 7 giugno 2012

Apple, Tim Cook e i segreti di pulcinella

Da Punto-Informatico di ieri:

Ho già parlato diverse volte di come Apple sia particolarmente attenta a non far trapelare notizie su dispositivi e prodotti di prossima uscita, quantomeno non per via ufficiale e apparentemente nemmeno attraverso le cosiddette "gole profonde" o le fughe di notizie: senza tirare in ballo il tragico concatenarsi di eventi che portò al suicidio il dipendente Foxconn accusato di aver trafugato alcuni esemplari di iPhone 4, basti pensare a tutti quei casi in cui Apple ha fatto rimuovere immagini "non autorizzate" da alcuni siti o blog.

A tal proposito ci si potrebbe porre quache domanda tra cui: "perché Apple presta così tanta attenzione ai propri segreti?", oppure "davvero Apple è così intransigente o se siamo solo di fronte ad un comportamento di facciata?", o ancora "sotto la nuova guida di Tim Cook, cambieranno le cose?".

Per quanto riguarda quest'ultima domanda, la risposta l'ha data lo stesso Tim Cook nel corso della recente intervista all'All Things D , intervista nella quale (tra le molte altre cose) ha dichiarato che Apple intende raddoppiare gli sforzi di sicurezza intorno ai propri prodotti: sarà vero? Tentiamo di dare una risposta a questa e alle altre domande.

La prima domanda offre diversi spunti di riflessione, sia per il diverso atteggiamento tenuto da altre aziende del settore, sia per le ripercussioni che ritroviamo spesso nelle news. Mentre alcuni concorrenti approfittano di fiere ed esposizione per presentare in anteprima i loro prodotti futuri (presentazioni che in realtà, nemmeno troppo raramente, si traducono poi in un nulla di fatto) Apple ha deciso di disertare qualsiasi manifestazione di questo tipo per concentrare i propri sforzi su eventi organizzati ad-hoc e annunciati solo pochi giorni prima della data stabilita. Questa decisione porta con se diversi vantaggi: prima di tutto non costringe Apple ad avere necessariamente "qualcosa di nuovo" per ogni manifestazione, con possibile doppio rischio di delusione da parte del pubblico (delusione se nel corso della manifestazione non viene presentato nulla e delusione se i prototipi presentati non arrivano alla produzione vera e propria); poi consente ad Apple di evitare che le notizie relative ai propri prodotti si perdano nel turbinio di news che tipicamente si generano nel corso di questi eventi: molto meglio un evento più in piccolo ma "esclusivo" che concentri l'attenzione della stampa solo su quello. Anche questa soluzione non è esente da rischi di flop: organizzare un evento specifico per presentare qualcosa che non riesce ad avere l'impatto previsto sul pubblico, significa concentrare su di se notizie negative.

Lo sa benissimo RIM, che alla presentazione del suo ultimo prodotto non ha riscosso pareri entusiasmanti, nonostante qualche giorno prima (in veste anonima) avesse attirato l'attenzione dei media con uno spettacolo di gusto discutibile nei pressi di un'Apple Store australiano. Lo sa bene anche Apple, che in queste occasioni non sempre riesce a catalizzare l'interesse dei propri utenti, soprattutto lo zoccolo duro che vorrebbe maggiori novità nel settore computer anziché continui aggiornamenti dei device iOS. In ogni caso, l'organizzazione di eventi ad-hoc presuppone che l'oggetto della presentazione sia qualcosa di unico e mai visto- prima, da cui la necessità di mantenere un certo livello di segretezza: che interesse potrebbe suscitare un'evento speciale organizzato per presentare qualcosa di cui si conosce già tutto?

Questo però non è l'unico motivo che spinge Apple a questo comportamento: mantenere un "alone di mistero" contribuisce a caratterizzare la propria immagine anche a livello di marketing e soprattutto offre un piccolo vantaggio rispetto alla concorrenza. Sotto questo aspetto la posizione di Apple è quantomento singolare in quanto, in veste di unico produttore di Mac e di device iOS, si trova a fronteggiare i propri avversari in un campo separato. Parlando per esempio di smartphone, il suo concorrente principale è Android, sistema che però non ha una sua identità ben precisa: la sua natura open fa si che ogni produttore lo personalizzi a piacere, e tutti i costruttori che si affidano ad Android cercano di offrire qualcosa in più degli altri (sia a livello hardware che di gestione del sistema), qualcosa che li renda unici, con conseguenti problematiche di frammentazione.

Apple, pur confrontandosi in un sol colpo sia con Android che con tutti gli altri produttori di hardware, ed essendo quindi costretta a sua volta a cercare di offrire in continuazione qualcosa di migliore, per certi versi "corre da sola" perché ha già un elemento di distinzione rispetto ai contendenti: iOS (nel caso di smartphone e tablet) e OS X (nel caso di computer). Chi vuole utilizzare questi sistemi, o vuole usufruire dell'ecosistema di servizi offerti da Apple, deve necessariamente passare per la casa della mela morsicata. In quest'ottica Apple non ha bisogno di anticipare la presentazione delle proprie novità, anzi, fa bene a tenerle nascoste prima che vengano sfruttate da altri: lo sviluppo di un prodotto Apple, aggioranto tipicamente a cadenza annuale, può durare anche alcuni anni a causa della attenzione maniacale di ogni minimo dettaglio, e una fuga di notizie potrebbe rivelarsi disastrosa.

Chi apprezza iOS (o OSX) e la sua esperienza d'utilizzo, si rivolgerà con tutta probabilità ad Apple anche in futuro, senza preoccuparsi più di tanto delle specifiche tecniche del prossimo iPhone: non è un display da 4 pollici rispetto a uno da 3,5 a fare la differenza, quanto il fatto di scegliere iOS piuttosto che Android (perlomeno nella maggioranza dei casi). Nel mondo Android invece la concorrenza è più spietata e gli annunci di nuovi processori, dispositivi di dimensioni sempre maggiori, o funzioni di alterna utilità si susseguono a ritmi incalzanti in una continua gara a chi presenta "qualcosa di diverso" prima degli altri concorrenti che utilizzano lo stesso sistema.

C'è infine da considerare un'altro aspetto: se la concorrenza offre solitamente un'ampia gamma di prodotti in grado di coprire ogni fascia di prezzo assicurando un frequente ricambio, Apple presenta tipicamente un solo dispositivo per ogni categoria di prodotto (eventualmente con qualche variante) e, come accennato sopra, lo aggiorna statisticamente a cadenza annuale; una fuga di notizie incontrollata e ben precisa sulla data di rilascio del nuovo modello, o su eventuali particolarità delle specifiche tecniche, potrebbe causare forti rallentamenti sulla vendite dell'unico modello a listino (in realtà per iPhone e iPad vengono tenuti in vendita anche i modelli più vecchi come fascia entry-level, ma questo è un altro discorso), rallentamento che parzialmente già avviene perché, se non la data precisa, il periodo di uscita dei nuovi device è grossomodo noto.

Premesso questo, Apple è davvero così attenta a non lasciarsi sfuggire nulla, oppure è un atteggiamento solo di facciata, magari studiato a tavolino? Probabilmente la verità sta nel mezzo: lo stesso Tim Cook, pur ribadendo la volontà di rinforzare le misure di sicurezza volte a mantenere i segreti, ha detto di apprezzare i rumor e il fatto che ci sia tanto interesse intorno all'uscita di ogni nuovo prodotto Apple (e non potrebbe essere diversamente, visto che è tutta pubblicità gratuita). Ma allora dove sta la giusta via di mezzo? La mia impressione è che Apple presti un'attenzione molto elevata in tutte le fasi iniziali della progettazione, quando il prodotto è ancora lontano dall'uscita vera e propria, e quando un eventuale gola profonda potrebbe offrire alla concorrenza delle informazioni molto importanti e potenzialmente utili per anticipare Apple. Quando però il prodotto è già in produzione tenere a bada tutti i fornitori dei vari componenti diventa un'impresa troppo ardua, e tutto sommato l'hype che si genera dalle varie indiscrezioni e dagli innumerevoli siti che cercano di metterle insieme per ipotizzare il risultato finale fanno comodo.

In definitiva, Tim Cook si sforzerà realmente di rafforzare le barriere di segretezza intorno ad Apple? Un primo passo in tal senso l'ha già fatto, pensando ad un bar esclusivo per il nuovo campus, che possa evitare quanto successo nel 2010, quando un paio di mesi prima della presentazione dell'iPhone 4, un dipendente distratto (o, forse, sotto l'effetto di qualche birra di troppo) dimenticò il prototipo del nuovo melafonino (debitamente cammuffato) in un pub a Redwood City. Di contro la nuova guida di Apple pare non dare troppo peso alle indiscrezioni di questi giorni su iPhone 5: notizie sulla quali, in passato, ci sarebbe stato l'intervento dei legali di Cupertino per una pronta rimozione (a meno che il nuovo telefono non venga presentato già nel corso dell'imminente WWDC); allo stesso modo, con tutta probabilità, in passato Apple avrebbe chiesto ad eBay la rimozione dell'asta per un prototipo di iPad con due connettori dock, asta che si è conclusa nei giorni scorsi all'esorbitante cifra di 10.200 dollari.

Tutti segnali che dicono qualcosa di come Tim Cook abbia preso il timone a Cupertino: la rotta seguita assomiglia molto alla precedente, ma il nuovo CEO ci sta mettendo del suo. C'è da augurarsi (per lui) che le scelte che starà compiendo in questi mesi siano effettivamente le migliori possibili per lo sviluppo dell'azienda.

venerdì 1 giugno 2012

1 minuto, 2 possibilità, e 3 pensieri, per i 4" dell'iPhone 5

Non ci ho ancora dato troppo peso per vari motivi: primo perché i rumors sono così frequenti che se si dovesse dare retta a tutti bisognerbbe fare un blog dedicato solo a quello (e ci si azzeccherebbe una volta su dieci, ad essere generosi) e secondo perché, sulla carta, l'idea non mi piace un granché.
Ora però i rumors diventano sempre più frequenti e sembrano convergere tutti nella stessa direzione, quindi uno spunto di riflessione può essere utile.
Sto parlando del presunto iPhone 5 di cui in questi giorni stanno circolando fotografie del case, schemi di progetto, e video che mostrano quello che dovrebbe essere il vetro frontale.
La prima cosa che mi viene in mente è che se Apple non ha speso una parola al riguardo, le possibilità sono due: la prima è che l'annuncio sia talmente imminente (WWDC?) da non ritenere importante la rimozione di queste informazioni; la seconda è che, a dispetto delle convergenze, queste notizie riguardino un prototipo che non verrà mai alla luce, quindi è tutta pubblicità gratuita al marchio della mela, che in realtà non svela nulla di importante.

Ma entriamo nel vivo dell'argomento. Un display di quel tipo potrebbe avere una risoluzione da 1152x640, per spingersi fino alla misura di 4" mantenendo la stessa densità di pixel attuali. Rispetto agli attuali 960x640 significherebbe avere 192 pixel in più in altezza, che guardacaso corrispondo ad 1/5 di 960: praticamente una riga in più di icone rispetto alle attuali 4+1 (quattro delle pagine, e una fissa del dock).

Se i conti sembrano tornare c'è però un altro aspetto che mi convince poco: 1152x640 corrisponde ad un rapporto che non è per niente standard, un inedito 18:10 che è significativamente più sbilanciato dei canonici 16:9 o 16:10. Inoltre, mantenendo la stessa larghezza e la stessa densità di pixel, è vero che si otterrebbe si display più grande ma sarebbe solo un display più lungo, senza reali migliorie dal punto di vista della leggibilità: ci stanno più righe ma con la stessa definizione e la stessa grandezza di font. Anche la tastiera virtuale non guadagnerebbe nulla: in modalità portrait (ovvero la più comune parlando di smartphone che si tengon in mano) avrebbe la stessa larghezza attuale, e in modalità landscape ruberebbe ancora più spazio. Gli unici vantaggi potrebbero essere nella visualizzazione di filmati o nella possibilità di offrire un pezzo di interfaccia in più per certe applicazioni, uno spazio aggiuntivo per una sorta di "barra dei comandi" che però costringerebbe gli sviluppatori a rivedere le proprie App (a meno di non farle girare con le canoniche bande nere). L'altro vantaggio di questa soluzione potrebbe essere il fatto che, mantenendo inalterata la larghezza del telefono, non si stravolgerebbero dock e accessori vari... ma se è vero che il prossimo iPhone avrà un connettore dock più piccolo allora non ha nemmeno molto senso preoccuparsi di questa retrocompatibilità dimensionale... in realtà anche questo rumor è tutto da verificare: se Apple sta cercando ora delle figure professionali destinare a riprogettare il connettore dock, come può questo nuovo connettore essere già presente su un iPhone ormai prossimo all'uscita?

Tornando a parlare del display, supponendo di aumentare leggermente entrambe le dimensioni (cosa che però non si direbbe, guardando il filmato linkato sopra, visto lo spazio laterale della cornice) si potrebbe arrivare a 1280x720, che guardacaso corrisponde alla risoluzione HD-Ready con la canonica proporzione di 16:9. L'ipotesi è suggestiva ma mi pare un po' troppo orientata ad una fruizione di contenuti video, che sicuramente non è lo scopo principale di uno smartphone (anche se la concorrenza vi ricorre sempre più spesso). Questa scelta costringerebbe ad una rivisitazione ancora più radicale delle App, ma bisogna anche ricordare che Apple non si è mai fatta troppi problemi a stravolgere lo stato delle cose quando lo riteneva necessario... basti pensare ai cambi di processore (da 68k a PPC ed ora a Intel) alla riscrittura del sistema operativo (da classic a OSX, ora solo in versione x86) o ad altre scelte quali l'abbandono della SCSI per l'adozione della USB. Il vantaggio di questa soluzione potrebbe riscoprirsi nell'unificazione delle risoluzioni con la Apple-TV (o con la futura iTV), ammesso che Apple decida, prima o poi, di portare le App in modo nativo anche sul televisore (cioé senza l'intermediazione di Airplay) e, restando nel campo della fantasie, costituirebbe un punto di aggancio per il fantomatico iPad nano da 7", che in quest'ottica potrebbe avere una risoluzione Full-HD (1920x1080)... se così fosse, in tutta la linea di prodotti Apple, l'iPad resterebbe l'unica mosca bianca col display in 4:3, formato che sul tablet della mela è spinto anche per la fruizione di libri digitali, nonché della loro produzione attraverso iBooks Author...

Fatico a credere che Apple voglia stravolgere tutte queste cose, ma se è vero che lo stesso Jobs aveva lavorato alle fasi iniziali della progettazione di un iPhone con schermo maggiorato, mi chiedo "come" verrà messa in atto questa maggiorazione, perché lo schermo allungato continua a convincermi poco (mentre sto diventando un po' meno scettico su un eventuale HD-Ready)