martedì 25 gennaio 2011

Mac App Store, secondo pensiero

Queste parole fanno seguito a quelle scritte alla vigilia dell'apertura del Mac App Store, apertura che è stata di grande successo visto che nelle prime 24 ore sono state scaricate più di un milione di applicazioni, e considerando che al primo giorno le applicazioni disponibili erano solamente un migliaio, possiamo immaginare che gli sviluppatori abbiano fatto ottimi affari. Col passare dei giorni il numero di applicazioni è andato crescendo, ed è curiosono notare come ci siano numerose nuove applicazioni che, di fatto, sono la trasposizione su Mac dei corrispondenti per iOS: era indispensabile l'apertura del Mac App Store per convincere gli sviluppatori a creare software per Mac? Se così fosse, ben venga il Mac App Store, purché la voglia di pubblicare qualcosa, qualsiasi cosa, non si traduca in un affollamento di applicazioni dalla dubbia utilità: non vorrei collezionare applicazioni di rutti e scoregge, tando per fare un esempio crudo e banale...
Ma arriviamo ad altri ragionamenti: vi è mai capitato di voler riscaricare dall'App Store un'applicazione comprata molto tempo addietro, e di non trovarla più? Finché si parla di iPhone l'applicazione è un semplice file che sta nella libreria di iTunes (ammesso di averla importata anche lì, o di poterla recuperare da un backup della libreria stessa), e comunque si tratta quasi sempre di pochi Euro... o anche meno...
Passando a Mac le cose cambiano un po': non ho una libreria da backuppare, ma devo cercare il software scaricato dal Mac App Store nella cartella Applicazioni, e sperare che l'installazione non abbia disseminato altrove altri file indispensabili al funzionamento... se le cose stanno in questi termini, ho la possibilità di farmi comunque un backup per ripristinare il mio software in caso di bisogno (cambio di Hard Disk, cambio di macchina, ecc...), in caso contrario devo sperare che il software sia ancora disponibile sul Mac App Store, altrimenti (salvo soccorsi in extremis di TimeMachine) ho perso i miei soldi... e nel caso del Mac App Store possono essere ben più dei canonici 79 centesimi di Euro.
Ben venga quindi il Mac App Store, con la sua ampia offerta e i prezzi contenuti, ma ben vengano (anzi, ben restino) anche i software più complessi installabili con procedure tradizionali, quelli dove hai la tua immagine disco DMG (se non il supporto ottico vero e proprio) archiviata al sicuro e backuppata con il relativo numero seriale...
Infine un ultimo pensiero. Ripensando alle motivazioni che possono aver spinto Apple ad intraprendere questa strada, ce n'è una che a mio avviso va sicuramente menzionata, ed è legata all'evoluzione dell'hardware... pensate al MacBook Air e alla sua mancanza del drive ottico (anche se è possibile collegarne uno esterno o "prendere in prestito" quello condiviso da un altro computer). La possibilità di installare software attraverso il Mac App Store fa sentire un po' meno la mancanza del lettore, soprattutto se si ipotizza che Apple (prima o poi) potrebbe decidere di togliere il lettore anche dagli altri portatili, a tutto vantaggio delle dimensioni e lasciando più spazio per la batteria (che si tradurrebbe in maggiore autonomia).
E' ancora presto, ma si può prevedere un futuro roseo per il neonato Mac App Store, seppure con qualche dubbio che scaturisce dal legame indissolubile con lo store stesso, un vantaggio sotto certi punti di vista (più che altro una semplificazione a livello di installazzione, upgrade e verifica licenze), ma una possibile arma a doppio taglio... al momento ho installato solo due software dal Mac App Store, quindi non sono in grado di stabilire se i dati vengono scritti sempre e comunque solo nella cartella Applicazioni (e quindi facilmente backuppabili) oppure no... potrebbe essere giunto il momento di comprare una TimeCapsule (o comunque un ulteriore HD esterno molto capiente) e cominciare ad utilizzare la Time Machine (che fino ad oggi ho snobbato preferendo un semplice backup incrementale per i soli dati importanti)

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